sabato 6 febbraio 2010

IL NUOVO SACCO DI AGRIGENTO - LA VIA DI FUGA

Tutto scaturisce da un ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, la n.3450 del 16 luglio 2005, riguardante l’estensione dello stato d’emergenza di cui al D.P.C.M. 19.03.2005 al territorio del comune di Agrigento interessato da gravi dissesti idrogeologici con conseguenti movimenti franosi della collina del Duomo, la quale dispone il consolidamento dell‘intera collina di Girgenti, del Duomo, del Seminario e della chiesa di Sant’Alfonso.
Nelle more che questi interventi vengano realizzati e a seguito di successivi “tavoli” si concorda di realizzare una via di fuga temporanea e pedonale, in vista di una cantierizzazione dei luoghi e nella eventualità si possa verificare un’emergenza.
I criminal minds, destinatari dell’ordinanza superano se stessi facendo molto di più, ma molto di più...
Non una via di fuga temporanea e pedonale per mezzi a quattro ruote motrici come concordato, ma un sistema di strade di penetrazione, chiamate strategicamente “vie di fuga” al fine di creare tensione e una emergenza non incombente.
I’ipotesi di progetto prevede lo srotolamento di un tappeto d’asfalto largo sei metri nella parte più critica del centro storico, sventrando tutto quello che incontrano, per poi piombare nel quartiere Rabato con una strada di oltre 10 metri di larghezza su viadotto.
Proprio sull'area classificata dal Piano di Assetto Idrogeologico, P4 e R4 (classi di pericolo e rischio massimo). Dimenticando volutamente che, appena 44 anni fa, la frana del 19 luglio 1966 sconvolse proprio quelle zone teatro di questo scellerato progetto.
Un testo illuminante è la rivista n. 48 dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, dove vi è pubblicata la relazione Martuscelli. Il rapporto che svela il Sacco dei Sacchi consumato nella Città dei Tolli.
Dal Caso di Agrigento scaturiranno poi una serie di leggi urbanistiche fondamentali.
Oggi le stesse istituzioni, non soddisfatte di avere devastato la Città con i tolli, la Valle dei Templi e San Leone con gli abusi edilizi, Monserrato, Fontanelle e Villaggio Mosè con disordinati e squallidi casermoni, rimettono le mani sulla Città.
E’ tragicamente dimostrato - ricordo le innocenti vittime di Favara - che le "le vie di fuga" non servono a nulla.
Anche se la casa crollata fosse stata cinta da una autostrada a 4 corsie, la tragedia si sarebbe consumata ugualmente.
Ma poi, fuga da cosa?
In caso di eventi sismici o franosi, la storia insegna che le strade sarebbero le prime ad essere impraticabili.
Un monitoraggio puntuale delle unità abitative, operato da tecnici irreprensibili e una seria politica antiabusivismo avrebbe potuto evitare la sciagura.
La pubblica incolumità si esercita con la messa in sicurezza del Centro Storico, successivamente si pensa alla sua riqualificazione, soprattutto tenendo conto che è un Bene Culturale, art.1 L.R.70/76.
L’efferato sventramento del Centro Storico di Agrigento, proposto nell’ipotesi di progetto dell'Ordine degli Ingegneri è finalizzato solo ed esclusivamente ad una pura speculazione edilizia ed è concepibile solo nell'ultima provincia d'Italia.
Vi risulta per caso che a Perugia, Siena, Urbino, Erice, Ortigia, Ragusa Ibla, Taormina e tanti altri Centri Storici italiani abbiano fatto o pensato una simile porcata?
La prova dell’inconsistenza della via di fuga sta nel fatto che è stata pensata solo per il quartiere Duomo, che è dotato di una strada sufficientemente larga, mentre per i quartieri cul-de-sac come San Michele, via Neve, via Cannameli, Santo Spirito, San Francesco, Santa Maria dei Greci, nemmeno l’ombra.
Appare evidente, quindi, che l'esigenza di evacuare velocemente vi è solo in quel quartiere, cui prodest.
O forse… non è una via di fuga?
Un progetto di riqualificazione urbana deve essere finalizzato a trasformare in una polarità residenziale e turistica la Città dei Templi.
Quindi affidato ad eccellenze nell’ambito dell'Urbanistica, con la promozione di un concorso di idee e non certo affidato ad un manipolo di gregari al soldo di gruppi politici ed imprenditori.
MI CHIEDO PER QUESTA CITTA’ CONDANNATA ALLA DAMNATIO MEMORIAE…
COSA STANNO FACENDO:
la Soprintendenza per i Beni Culturali, il Servizio per i Beni Paesistici, l’Università di Palermo, la Facoltà di Architettura di Agrigento: visto che c’è, il Genio Civile, l’Ordine degli Architetti, l’Ordine dei Geologi, la Legambiente, Peppe Arnone: mi pare che l’emergenza tessera sia finita, l’Intellighenzia agrigendina: i cervelli scappano anche senza via di fuga, l’Eterotutela del Comune di Agrigento: come mai non è ancora scattata, il Vice Sindaco Muglia: che ama tanto l’Arte e l’Architettura, la Politica colta…, la Chiesa: anche Agrigento ha un’anima da salvare, i Giornalisti: quelli Veri, la Camera di Commercio, l’Ordine dei Veterinari, l’Albo delle Levatrici, il Telamone: visto che è tornato in città...?


Genius Loci

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